22 maggio 2009

Il Re e l'Angelo

Sentiero di sangue
sull’androgena fronte del Re
e sulla cinerea pelle dell’Angelo,
come lama
sin dentro gli arcani della tua solitudine.
Occhi dolci di strazio,
molle corpo di bambola
sotto l’oblio grigio di nembi
squarciando il cielo di latte:
altopiano bianco
su cui giumenta cavalca
ribollendo come spuma.
Strappo una piuma
che rugge, regge la vita urlando.
Prego, per aver osato
far scacco al Re,
alle lune di piume,
culminanti in sismi
e piogge di fuoco nel mio cuore,
che pur rotto serba trucchi
che l’Angelo mangiando il Re mi svelò,
scoprendo il talamo di carta
su cui dormire.
Svegliando quell’uomo
che scambiò i miei tormenti
con parole d’oro.

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