08 giugno 2010

Sole barocco


Ucciso maggio, beffardo,
l’occhio di fuoco primeggia
e anima la sua amata
in quest’anonima estate,
gravida sul sentiero di polvere,
di smaniose cicale,
intorno alla quale una nube d’insetti,
mille serpi sul suo palmo
e mille altre sulla sua chioma di mare,
nuda e profumante di sole
in un velo acqua d'inganni,
sulle mie membra e nei vicoli ciechi,
nel mentre il profumo della domenica
svola nel giardino dei ricordi.
Il passato risorge flettendo l'ultima foglia del vecchio arbusto,
sotto un sole barocco, amico di un muro a secco, oggi,
desideroso anche di un solo minuto d'ombra.

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