06 dicembre 2013

XXI.






- Nel piccolo di ogni cosa vi è sempre un componente che apparirà agli occhi della nostra mente infinitamente sfuggente.

Dalla raccolta "Le apocalissi del malcontento" di Emiliano E. Zammitti

02 dicembre 2013

Lady Deliria [poemetto, 1997/98]

Si apprestava a scendere insinuante la sordida notte sonnolenta,
quand'io, illuso, cercavo tra le putrescenti pieghe della gloriosa Morte,
colei che invero vive nelle altrui sofferenze,
Luciferina, quella tal donna di nome Deliria
in cui pulsano, in lei impresse, suggestive decadenze
suggellate con il rosso marchio, sulla pelle, tre volte sei.

Etereo spirito leggero
fluttuante sui deserti d'infiniti dolori,
vagando a volte con passo felpato, ingannando la terra da lei mai toccata,
col terrore mi afferrava serrandomi la gola,
colei che apparve con la veste nera
dalle mutevoli trasparenze in ingannevole attesa,
durate fin quando non furon sfondati gli sbarrati portali dei sogni
scaturiti da fantasie abbozzate sulla Donna in perenne essenza.

Osservavo frastornato la sua rara bellezza,
l'espressione dei suoi neri occhi luccicanti
in sintonia con la chioma ancor più nera al vento,
vento che sospinse il suo prorompente modo di atteggiarsi,
rivelando uno squarcio nell'animo inquieto
della Regina conclamata dalle sfere decadute,
Regina di cupi laghi in armonioso abbraccio
con le nuvole cariche di lacrime pie.

Donna austera di finiti sorrisi
perduti nell'attimo ultimo della mia esistenza
che lentamente s'inoltra verso la lugubre valle.

Regina di mille cuori in mille pezzi spezzati,
grondanti sangue di tenebra grondante,
furiosa come un'alluvione devastante
che frantumò colui che lentamente si destò dall'abbaglio,
frattanto si rilassava in un bagno di sangue
la Donna inebriata dall'alito ignoto
vissuta in formazione prima di estremi pensieri
spinti oltre il limite del viaggiare comune.

Regina di lucide coerenze, oggi,
compiute secondo un'unica assestanza
illuminata dal sentenzioso ultimo travolgente.

Regina che s'impone con tono furioso
quasi in risposta al disprezzante mondo che avanza,
filtrando con le sue stravaganze la Noia assillante;
parlando di sogni sviluppatisi nell'armonia del Nulla
che si prendono gioco del mio cuore che batte assordante;
insinuandosi in essa consenziente,
perché dimorano nei suoi recessi, oscure, le forze sovrannaturali
che prosciugano fanciullesche perversioni
amate dalla Regina che brama silenzi,
squarciati da sorrisi deliranti,
festosi meno di Lady Deliria, forsennata,
signoreggiante Donna dell'Antico, da me assorbito
che io respiro nell'armonia delle ombrose foreste
che gli appartengono dal tempo dei primi canti,
e dal primo chiarore di luna splendente.

Rammentatevi il nome della veemente Donna delle anime erranti.
Il nome è Deliria; nome invasato di folle purezza;
nome inciso sulle pietre tombali, viaggianti
nel cosmo sospinte dal vento nell'infinito espanso,
ove non è riproducibile il mistico rintocco di più campane
udibile solo nella dimensione a lei cara, conosciuta come:
frammento esistente del Tutto, alternativa spiaggia di spazi deliranti
animati dalla forza del poi che imponente da sempre comanda.

Le voci, le urla, i mormorii trepidanti
dei suoi luoghi carichi di profumi intensi,
si scontrano, si conformano, si dimenano
per spianare la strada a Lady Deliria,
Donna dell'Antico, amante della Nuda Morte
che si erge virtuosa in turbinose magie,
allorquando s'intensifica in attesa tediante
l'esacrabile groviglio della confabulante folla,
giunta dalle lontane città lastricate in pietra silente
per rendere dovuto omaggio
a colei che donò lembi di notturno cielo
ad ogni suo umile servo,
avvolto da allucinogeni vapori densi,
emessi da profondi abissi di preziose gemme,
opalescenti frammenti di oppiacei ricordi.

Noi, uomini servizievoli, ci prostriamo in ossequismi, idolatrandola,
pronunciandoci forti come valorosi guerrieri
in fondo pieni di debolezze, vibranti
al suono della coda a sonagli dell'Anziano Serpente
che ci atterrisce, suono sconvolgente di accerchianti tristezze
di colpi subiti, di vendette perpetrate
che risvegliano in noi il volere dell'essere uomini impavidi
al cospetto del valoroso Amore oltre le Tenebre.

Ma le dissennate teorie della delirante Donna
si fondono con pensieri sconnessi
ove su di essi, ora, risuonano forti gli inquietanti passi
che portano con sé conciso il carisma tenebroso di Lady Deliria.
Ma la sua ombra l'avanza in questo complesso pensiero,
in questo tortuoso sentiero,
in questo vorticoso aprire di peccati e perdoni
che ricordano quel tardo Muto Tempo della Nuda Morte.

Ma la triste polvere del tempo trascorso
si accumula nel presente nullo di se stesso,
ove l'imperterrita carica del delirio la sospinge a colpirci,
delirio che distrugge tutto ciò che è stato costruito,
edificando in una tela di fitta follia
il vituperante incubo mai dolente
che in cruenza l'anticipa in questo polveroso percorso,
alla fine del quale la sua veste si ritroverà impolverata
con le mutevoli trasparenze per sempre offuscate.

Mistero, forse, oramai del tutto placato alla luce dell'aurora,
nonostante all'unisono il mio cuore batta con il suo,
perché lei vive in me,
sebbene taluni credano, sostenendo un'illusione,
che sia la Morte stessa ,
mentre taluni altri ricordano, vociferando con terrore
che il suo vero nome pressappoco suoni come Lilith,
affermando con insistenza che le sue cupe fattezze
rivelano quel volto che non c'è.

Pubblicato nel libro antologico "Voli di Gabbiani - pagine esemplari di narrativa e versi sparsi" edito DALLA ZAGARASTAMPA - SIRACUSA, Aprile 1999

01 dicembre 2013

XX.






- La società è governata da idioti, eppur non lo sanno.

Dalla raccolta "Le apocalissi del malcontento" di Emiliano E. Zammitti 

26 novembre 2013

XIX.






- Tutto muta. Muta il tempo, mutano i sentimenti, i pensieri inattesi. Muti anche tu mia cara musa, edotta sempre più dalla vita e dal veleno del tuo ruolo.

Dalla raccolta "Le apocalissi del malcontento" di Emiliano E. Zammitti

25 novembre 2013

XVIII.






- Pure nell'attraversare un corridoio buio prima di entrare in una stanza illuminata vi è sintetizzata la morte e la rinascita.

Dalla raccolta "Le apocalissi del malcontento" di Emiliano E. Zammitti

20 novembre 2013

XVII.






- Mi trovo in sintonia con gli scrittori che almeno una volta nella vita sono incappati in un rompicapo letterario intorno al quale s'incupiscono miseramente tutte le presunzioni.

Dalla raccolta "Le apocalissi del malcontento" di Emiliano E. Zammitti

19 novembre 2013

XVI.






- Bisogna respirare a pieni polmoni per distinguere con certezza le caratteristiche degli effluvi e dei piaceri edenici della vita tramite cui giungere l'ebrezza.

Dalla raccolta "Le apocalissi del malcontento" di Emiliano E. Zammitti

17 novembre 2013

XV.






- Ho sostato sotto una volta a crociera d'una cattedrale di parole per sentire il vero suono delle parole.

Dalla raccolta "Le apocalissi del malcontento" di Emiliano E. Zammitti

16 novembre 2013

XIV.






- Adoro il richiamo dell'ombra e la parlottante penombra degli ambienti.

Dalla raccolta "Le apocalissi del malcontento" di Emiliano E. Zammitti

15 novembre 2013

XIII.






- Oggi ho disimparato tutto di me.

Dalla raccolta "Le apocalissi del malcontento" di Emiliano E. Zammitti

14 novembre 2013

XII.






- Non vedo tristezza negli alberi d'autunno né vigore affiochito, ciò che vedo è uno svestimento cerimoniale atto all'essenzialismo meditativo.

Dalla raccolta "Le apocalissi del malcontento" di Emiliano E. Zammitti

13 novembre 2013

XI.






- Sulla strada ciottolosa del tempo i misteri dell'esistenza scorrono lentamente cercando zone d'ombra dove nascondersi.

Dalla raccolta "Le apocalissi del malcontento" di Emiliano E. Zammitti

12 novembre 2013

X.






- Sovente la mia parte onirica brama una natura dionisiaca fluitante in un arcano paganesimo.

Dalla raccolta le "Apocalissi del malcontento" di Emiliano E. Zammitti

11 novembre 2013

IX.






- Una volta scrissi su un mio quaderno di scolaro zuppo di pioggia: la vita è un accordo fra più conoscenze, la morte una fulgenza pazza senza speranze.

Dalla raccolta "Le apocalissi del malcontento" di Emiliano E. Zammitti

10 novembre 2013

VIII.






- Ho sognato una donna iper-narcisa che il giorno prima di morire inventò l'odore che cercava da una vita. Sul letto di morte disse che si trattava dell'odore della notte quando copula col silenzio.

Dalla raccolta "Le apocalissi del malcontento" di Emiliano E. Zammitti

08 novembre 2013

VII.






- L'arte come il più efficace antidoto contro i mali dell'essere, fonte di salvezza per le menti visionarie, mezzo attraverso cui raggiungere il sublime.

Dalla raccolta "Le apocalissi del malcontento" di Emiliano E. Zammitti

05 novembre 2013

VI.






- Conosco la sinestesia, ora posso vedere i suoni.

Dalla raccolta "Le apocalissi del malcontento" di Emiliano E. Zammitti

03 novembre 2013

V.






- Dietro il velo dei malumori mille soprasensi schiudono sguardi.

Dalla raccolta "Le apocalissi del malcontento" di Emiliano E. Zammitti

01 novembre 2013

IV.






- Dinanzi a ogni beltà serro gli occhi immaginando l'imperfezione insita nella stessa.

Dalla raccolta "Le apocalissi del malcontento" di Emiliano E. Zammitti

23 ottobre 2013

III.






- Nuvole grondanti parole abusate offuscano il creato. Occorrerebbe un po' di silenzio per inventare parole nuove, più rotonde, per sperare finalmente in una visione limpida delle cose.

Dalla raccolta "Le apocalissi del malcontento" di Emiliano E. Zammitti

22 ottobre 2013

II.






- Ho donato una mia vecchia storia d'amore alla scienza, adesso i lumi mi rincorrono senza tregua.

Dalla raccolta "Le apocalissi del malcontento" di Emiliano E. Zammitti
GRAZIE PER AVER VISITATO Katàbasi

"Come altri Dio, io cerco gemendo me" (G. B.)

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