31 gennaio 2012

Sortilegio


Nel fondo d'uno specchio di carta,
placo il mal di vivere,
il sortilegio che guarda alla luna,
cancellando il sacramento di cenere,
il legamento d'amore gettato nel gorgo del mare.

Ma è un inebrio di male sensuale,
questo tuo sortilegio,
una possessione, un conturbo dei sensi,
un male d'amore in questo tempo di sillabe amanti
che si rincorrono nello spazio d'un foglio,
nel territorio della mia mente,
nelle mie vene,
nel pulviscolo dei miei ricordi.

Sillabe vergini svestite dal mio sguardo,
palpitanti di morte e vita,
in un cantico incubo oltre lo specchio,
da cui spunta un vecchio
con negli occhi un grido d'amore
e un velo di veleno,
frammezzo a pile di libri
per trovare ristoro e sognare,
così come in un fondo foglio
zuppo d'inchiostro:
il suo specchio che non vuole più lasciare.
GRAZIE PER AVER VISITATO Katàbasi

"Come altri Dio, io cerco gemendo me" (G. B.)

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